Come si vive a Madrid – Aggiornamento 2024

Come si vive a Madrid? Vale la pensa trasferirsi in questa città? Come sono le condizioni di lavoro? Sono domande che talvolta mi sono state rivolte e che sono ricorrenti nei forum online e nei gruppi social dove spesso generano discussioni e opinioni discordanti.

É difficile dare risposte universali dato che l’esperienza di vita in un luogo può variare molto a secondo delle circostanze individuali (età, situazione famigliare, settore di lavoro, amicizie preesistenti). Fatta questa premessa, ho pensato di mettere nero su bianco qualche consiglio e le mie impressioni frutto di questi anni di vita a Madrid (in cui vivo dal 2018).

Vita Sociale

Una delle cose che preferisco di Madrid è l’atmosfera che si respira nelle strade che restano animate fino a tarda ora. Si vive e ci si ritrova soprattutto fuori casa. l luogo di ritrovo per eccellenza è il bar, funzionale per tutti i momenti della giornata, dalla colazione alla cena, passando per aperitivi, pranzi e merende. Durante i fine settimana la terrazza del bar vicino a casa e si popola di infinite comitive di amici o famiglie (il confine non è mai troppo chiaro) che sembrano occupare lo stesso tavolo per tutta la giornata, in alcuni momenti (io credo) dandosi il cambio. Sono socievoli i madrileni? È un argomento controverso anche per gli stessi spagnoli. Probabilmente non lo sono come gli abitanti del Sud o della parte Nord della Spagna, ma la mia personale impressione é che siano piuttosto alla mano e aperti (specie se paragonati agli italiani del Nord, categoria di cui faccio parte). Ciò non significa che fare nuove amicizie con persone del posto sia un’esperienza facile e immediata, specialmente dopo una certa età. Si tratta pur sempre di una grande città e di una società in cui si passa molto tempo con la propria famiglia e con una grande senso di fedeltà verso i propri amici storici. Pertanto incorporarsi in gruppi già formati può richiedere tempo. Per fortuna non mancano a Madrid attività per conoscere gente nuova, tra cui posso segnalare quelle legati allo sport all’aperto. Per esempio un paio d’anni fa quando frequentavo un corso di pattinaggio a rotelle (ce ne sono tantissimi nei parchi principali) era tradizione terminare la lezione nel bar più vicino per una birra tutti insieme.

Clima

”Nove mesi di inverno e tre di inferno” recita il proverbio in relazione al clima di Madrid. Ma é vero? Madrid ha una inverno relativamente freddo rispetto alla costa mediterranea e al sud della Spagna. Ma non si tratta di un clima particolarmente rigido, almeno rispetto al Nord d’Italia. C’è una grande escursione termica e nonostante il termometro possa scendere sotto gli zero gradi di notte (soprattutto a gennaio), raramente lo fa di giorno. Il cielo é generalmente soleggiato e questo rende possibile passare molto tempo all’aperto durante tutto l’inverno. La neve é un fenomeno raro, anche se rimarrà nella storia la nevicata Filomena del 2021 che ha letteralmente paralizzato la città per una settimana. La primavera arriva presto (spesso a partire da metà Febbraio) e insieme all’autunno é il periodo migliore dell’anno per visitare la città.

La vera nota dolente del clima madrileño é l’estate. Da fine giugno a fine agosto la città diventa un braciere rovente con temperature che nei giorni buoni restano attorno ai 35 gradi e nei giorni più terribili superano i 40. Nei picchi di calore non c’è molto da fare se non andare in piscina o rimanere a casa con le persiane abbassate e aspettare la sera per uscire (per qualche strano motivo il picco di temperatura si raggiunge non nel primo pomeriggio, ma verso le 6-7 di sera). Comprensibilmente ad Agosto la città si svuota: molti madrileñi hanno una seconda casa nel paesino di origine della loro famiglia, al mare o nella Sierra, la montagna che circonda Madrid. In quei giorni é in realtà un piacere approfittare dei momenti di meno calore per passeggiare nella centro senza la normale calca.

Lavoro

In generale in mercato del lavoro in Spagna é abbastanza simile a quello italiano, ovvero non troppo entusiasmante, con limitate opportunità per i giovani e stipendi piuttosto bassi rispetto al resto d’Europa. Al tempo stesso, va considerato che Madrid é una delle due città (assieme a Barcellona) in cui si concentra la maggior parte delle aziende ed esistono numerose multinazionali che hanno sede proprio qui. Vale la pena trasferirsi a Madrid per cercare lavoro? La risposta come sempre é ”dipende”, dipende da fattori come per esempio il vostro settore, il livello di esperienza, età, titoli, conoscenza delle lingue. In generale sconsiglierei di scegliere questa città per lavorare nel settore alberghiero (a meno che non stiate cercando un’ ´’avventura” temporanea). Lo stipendio e le condizioni offerte dalla maggior parte di bar e ristoranti non compensano il costo della vita, più alto rispetto al resto della Spagna e soprattutto il costo degli affitti (almeno 400 euro per una stanza e 600 per un monolocale). Sicuramente vale la pena di esplorare preventivamente il mercato del lavoro consultando siti come Indeed o Glassdoor, dove a volte gli annunci riportano lo stipendio offerto. Nel mio caso, dopo aver mandato invano per qualche anno curriculum ”a distanza” mentre vivevo in Scozia, sono stata contattata direttamente attraverso Linkedin da una multinazionale locale. Si tratta di un’esperienza fortunata che ha reso il mio trasferimento molto facile, ma é probabilmente un’eccezione più che una regola. Le condizioni di lavoro variano molto da azienda a azienda (per esempio la maggior parte degli impiegati riceve 20 giorni di vacanze, ma alcune imprese possono arrivare a 30). La mia impressione é che come in Italia ci si aspetti che i giovani facciano ancora molta ”gavetta” dopo l’università e il livello di esperienza richiesto per determinate posizioni é molto più alto rispetto ai paesi anglosassoni.

In conclusione, premettendo ancora una volta che ogni caso é unico, credo che Madrid sia una destinazione da scegliere se si ama lo stile di vita e la cultura locale, con la consapevolezza che le condizioni lavorative e di carriera non sono ai livelli di altri paesi in Europa.

Burocrazia

Mi é capitato di sentire dire la burocrazia spagnola sia molto più snella che in Italia. Diciamo che la mia esperienza é un po’ diversa. Come tanti stranieri, appena arrivata a Madrid ho dovuto affrontare un’odissea per ottenere i documenti iniziali che sono:

Numero di seguridad social (l’equivalente del codice fiscale) che però viene rilasciato solo se si ha già un’offerta di lavoro ufficiale da parte di un’azienda. Nel mio caso dato che l’offerta mi era stata mandata dalla mia azienda in inglese mi é stata rifiutata di malo modo dall’impiegata di turno e sono dovuta tornare con il contratto ufficiale firmato in spagnolo.

NIE: Documento di residenza per cittadini stranieri (verde per i cittadini UE) Ufficialmente non sarebbe obbligatorio per lavorare in Spagna, ma viene spesso richiesto dai datori di lavoro e da altre entità come per esempio le banche. Conviene quindi procurarselo. Si tratta del documento più difficile da ottenere. Perché? La lista dei documenti da presentare é lunga e nel mio caso includeva, oltre ovviamente al passaporto, il numero di seguridad social, il contratto officiale di lavoro (nel formato registrato nella seguridad social), il contratto di affitto, un modulo precompilato e la ricevuta del pagamento di una tassa. Il problema é che questa lista non é chiaramente dettagliata nella pagina del governo che contiene le istruzioni. I gruppi Facebook di expat Italiani sono pieni di discussioni e aneddoti su cosa sia necessario fare per ottenere il NIE e sembra che le esperienze individuali varino fortemente. Il mio consiglio é quello di armarsi di pazienza, prepararsi all’eventualità di dovere tornare per un secondo appuntamento e oltre a seguire le istruzioni riportate sul sito, portare con se tutti i documenti che si posseggono fino al quel momento in originale e copia, nel caso vengano richiesti.

Empadronamiento: L’equivalente della registrazione all’anagrafe. Obbligatorio e comunque necessario per ottenere il medico di base (vedi sotto) e per accedere a una serie di servizi come per esempio l’accesso alle scuole pubbliche per i bambini.

Iscrizione al servizio sanitario: La tessera sanitaria italiana permette di ricevere assistenza sanitaria in caso di emergenze. Ma per ottenere il medico di base occorre registrarsi presso il servizio sanitario. Si tratta di un processo che nel mio caso ha seguito due fasi: registrazione nell’ufficio della seguridad social (un ufficio diverso da quello in cui ho ottenuto il ”codice fiscale”) e successiva registrazione nel centro de salud (ambulatorio) locale.

Apertura di un contro in banca: Ogni banca ha le sue regole, ma generalmente viene richiesto il NIE (alcune banche si accontentano del passaporto), e un contratto di lavoro.

Superati questi scogli (non privi di frustrazioni e di situazioni paradossali), la strada per vivere in Spagna é in discesa. Le interazioni con gli uffici pubblici sono spesso problematiche, ma per fortuna molte pratiche oggi possono essere svolte online, come per esempio la dichiarazione dei redditi, che in questo caso é un processo molto efficiente.

Dove vivere a Madrid

Palazzo in un quartiere di Madrid

Ben lontana dall’essere una metropoli unitaria e caotica, Madrid sembra invece essere la somma di diverse piccole città. Ognuno dei suoi 21 distretti ha infatti un’ identità caratteristica, con una propria architettura e sembra essere abitato da una classe sociale differente. Il livello di diseguaglianza sociale che si può osservare attraversando la città (ma poco percettibile nel centro) mi ha stupito molto al mio arrivo, anche se, trattandosi di una capitale, c’era probabilmente da aspettarselo. In generale i quartieri più ricchi si trovano nella zona Nord e quelli più disagiati nella parte Sud. Per la sua stragrande maggioranza, comunque, Madrid é incredibilmente sicura. Uno vezzo molto madrileño è quello di associare molta importanza al vivere all’interno della M-30, ovvero la tangenziale che circonda Madrid. All’epoca della sua costruzione negli anni ’60, la M-30 delimitava i confini della città. Nel frattempo però Madrid si è espansa incredibilmente, in particolare a Est e a Nord. Resta il fatto che vivere dentro i confini della M-30 sia ancora considerato piuttosto cool, un simbolo di appartenenza alla “vera” città.

Nonostante il costo della vita a Madrid sia generalmente basso, il costo degli affitti è una vera nota dolente, un problema che si é reso ancora piú grave dal post-pandemia. Questo accade non solo nel centro, dove l’esplosione degli AirBnB ha reso i costi proibitivi, ma anche nel resto della città. Con affitti medie di un bilocale che superano ampiamente i 1000 euro (dati 2024) le persone single con redditi medio-bassi sono costretti a condividere casa.

Ma dove conviene vivere a Madrid? Tutto dipende dal vostro budget, esigenze e situazione famigliare. A una persona giovane raccomanderei di cercare una stanza nei quartieri centrali di Sol, La Latina, Malasaña, o Chueca, dove esistono locali notturni e molte possibilità di svago. Una famiglia con buone possibilità economiche può considerare quartieri semicentrali come Retiro, Salamanca o Chamberi. Nella parte Sud della città è invece possibile trovare appartamenti a condizioni più economiche, specie in distretti come Vallecas, Carabanchel o Usera che possono essere più o meno sicuri a secondo delle specifiche zone. A Est il distretto di Ciudad Lineal racchiude diversi quartieri, alcuni più cari e residenziali come Arturo Soria altri tradizionalmente più umili. La cosa migliore prima di trasferirsi a Madrid è probabilmente quella di visitare diversi quartieri oltre al centro e farsi una propria idea a seconda delle necessità e portafoglio. Il mio consiglio comunque è quello di cercare, se possibile, un appartamento vicino o bel collegato al proprio luogo di lavoro. Il sistema di trasporti pubblici di Madrid è eccellente (vedi sotto), ma date le sue dimensioni, attraversare la città la mattina presto può voler dire lunghi viaggi in vagoni del metro affollati con un impatto sulla qualità della vita.

Trasporti pubblici

Uno degli aspetti migliori del vivere a Madrid è la qualità delle infrastrutture. Madrid ha un ottimo servizio di trasporto pubblico con 12 linee della metro e autobus piuttosto frequenti. Si tratta di un sistema piuttosto economico, in particolare se si acquista il buono di 10 biglietti attualmente a 12,20 euro (negli ultimi due anni scontato a 6,10 grazie a un contributo governativo) e che permette di attraversare quasi tutta la città. Per acquistare i biglietti per la prima volta occorre acquistare una casta di plastica nelle macchinette della stazione della metro, e di volta in volta ricaricarla. Nell’autobus tuttavia adesso è anche possibile pagare con il bancomat contactless. Rispetto alle mie traumatiche esperienze a Torino, gli autobus di Madrid brillano per puntualità e, salvo eccezioni, per un livello di affollamento di gran lunga minore. La metro funziona dalle 6.00 alle 2.00 della mattina (controllate comunque sempre qui) e dato che è sempre piuttosto utilizzata c’è un livello di buona sicurezza a tutte le ore.

La posizione centrale di Madrid rende possibile visitare il resto della Spagna in treno. In particolare la linea dell’alta velocità AVE permette di raggiungere città come Sevilla o Barcellona in 2.30h. Si tratta di treni che offrono un ottimo livello di comfort anche se a prezzi piuttosto elevati. Da alcuni mesi esistono offerte Low Cost come AVLO (parte di Renfe, la compagnia dello stato) o la francese Ouigo.

In conclusione personalmente adoro Madrid e la mia visione è sicuramente parziale. Credo che si tratti di una città che offre molto, ma occorre passarci del tempo e viverla per capire se può essere veramente una destinazione per un lungo periodo. Il mio consiglio? Fate delle ricerche sulla cultura locale e soprattutto visitatela (anche al di fuori dalla zona centrale) e respiratene l’atmosfera, solo così capirete se fa vibrare le vostre corde.

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